[ Pobierz całość w formacie PDF ]
ora terrebbe con gli altri seguaci
ch alla vita moral fur giusti segni,
sì come Moisè co suoi veraci,
del mondo annullator rivolti a Dio, 80
come si dee, senza passi fallaci?
Al qual, credendo, ho tutto il mio disio
levato, e femo ne suoi regni il tengo,
lui conservando dentro al petto mio;
e col suo operar sì mi convengo 85
che parte alcuna di quel non s inforsa
in me, ma tutto aperto lui sostengo;
e tanto seguirò dietro a quest orsa
con mente pronta, lucida e sicura
che d esta vita finirò la corsa, 90
l anima a lui rendendo netta e pura;
con la mia Cibelè bella e discreta
Letteratura italiana Einaudi 148
Giovanni Boccaccio - Comedia delle ninfe fiorentine
mi rivedrò con etterna figura,
sempre con lei ne cieli stando lieta.
[XL]
Tutte le donne aveano parlato, tacente Lia. La quale
Ameto avendo lietamente ascoltata, tacito rimirava quel-
la, i suoi amori con ragione laudando; né più che fare si
dovesse sappiendo si stava, e con temoroso petto ad
ogni ora attendeva ch elle dicessero: Andianne. Il dì
non era più caldo e le donne, in forse a che procedere
dovessono, tutte attendendo miravano a che Lia o a par-
lare o a partirsi si disponesse. Ma da questo sollecitudi-
ne nuova con gli occhi le trasse al cielo, nel quale, forse
levati de liti vicini, volando vidono venuti sette bian-
chissimi cigni e altrettante cicogne; e con romore gran-
dissimo quivi fermatisi, infestavano il cielo. Le quali,
quando con più discreto occhio mirarono gli uccelli, vi-
dero quelli, in sette e sette divisi, co becchi, co petti e
con gli unghiuti piedi fieramente combattersi sopra lo-
ro; e l aere non altrimenti piena di piume miravano che,
allora che la nutrice di Giove tiene Appollo, si vegga
fioccare di bianca neve; ma dopo lunga punga vinte vi-
dero partire le cicogne. Le quali cose Ameto mirando
con maraviglia, ancora con diritto vedere le cose delli id-
dii non vedendo, per sé agurava la rimirata punga; e in-
sieme attento con quelle donne a quello che i vittoriosi
cigni dovessero fare, subita nuova luce videro uscire dal
cielo. E quale allo israelico popolo ne luoghi diserti pre-
cedeva la notte, cotale dopo uno mirabile strepito quivi
una colonna discese di chiaro fuoco, lasciando a sé di
dietro la via dipinta di quella sembianza che la figlia di
Taumante ci si dimostra. Della quale nello avvento,
Ameto, i cigni abandonati, non sostenuti i raggi di quel-
la, se non come quelli del padre nella prima venuta so-
Letteratura italiana Einaudi 149
Giovanni Boccaccio - Comedia delle ninfe fiorentine
stenne Fetone, stupefatto e quasi cieco per lo udito tuo-
no, di paura ripieno, si trasse adietro; e che ciò significa-
re si volesse non conoscendo, aspettava abarbagliato.
Ma non fu lungo l attendere, ché di quella a suoi orec-
chi pervenne una voce soave così dicente:
[XLI]
Io son luce del cielo unica e trina,
principio e fine di ciascuna cosa:
deh, qual men fu, né fia nulla, vicina?
E sì son vera luce e graziosa,
che chi mi segue non andrà giammai 5
errando in parte trista o tenebrosa,
ma con letizia agli angelici rai
mi seguirà nelle divizie etterne,
serbate loro d allor ch io le creai.
Chi di me parla, alle cose superne 10
la mente avendo con intero core,
spregiando il mondo e le cose moderne,
c hanno potenzia di trarre in errore
gli animi puri, io son sempre con loro,
loro infiammando più del mio ardore. 15
Adunque a voi, o grazioso coro,
sia pace, e ben dimorate sicure:
non vi spaventi il mio venir sonoro
né l alta luce in queste parti oscure.
[XLII]
Rassicurossi allora Ameto e secondo lo stato parlare
estimò colei veramente essere non quella Venere che gli
stolti alle loro disordinate concupiscenze chiamano dea,
ma quella dalla quale i veri e giusti e santi amori discen-
Letteratura italiana Einaudi 150
Giovanni Boccaccio - Comedia delle ninfe fiorentine
dono intra mortali. E rimirati delle donne gli aspetti, più
belli li vide che mai e più sicuri, e tutte con occhio passi-
bile rimirare attente in quella luce, dalla quale sì li pareva-
no accese ch elli alcuna volta pauroso pensò ch elle ardes-
sero, e massimamente Agapes e la sua Lia. Ma fuggitali
per lo lieto viso di quelle cotal paura, aguzzando gli occhi,
con quelli s ingegnava di penetrare il chiaro lume. E come
che molto gli fosse difficile di trarre di quello alcuna cosa,
pure, quale in lucida fiamma si discerne l acceso carbone,
cotale in quella un luminoso corpo, vincente ogn altra
chiarezza, conobbe. E quello, né più né meno che il bo-
gliente ferro tratto dell ardente fucina, vide d infinite fa-
ville sfavillante, e di quelle ogni parte a sé dintorno fra la
circustante luce ripieno. Ma del divino viso l effigie e de
belli occhi co suoi non poté prendere; e mentre che elli
così rimirava, la santa dea udio così parlante:
[XLIII]
O care mie sorelle, per le quali
le vie regni miei son manifeste
a chi salire a quei vuol metter ali,
l opere vostre licite e oneste,
diritte, buone, sante e virtuose, 5
di loda degne, semplici e modeste,
svelin le luci oscure e nebulose
d Ameto, acciò che diventi possente
a veder le bellezze mie gioiose,
acciò che e , quanto all umana gente 10
è licito vederne, sappia dire
tra suoi compagni poi, di me ardente.
Vedete lui che tutto nel disire
di ciò ch io parlo si dimostra acceso,
e per temenza nol sa discovrire, 15
sì dal terren tremore ancora offeso.
Letteratura italiana Einaudi 151
Giovanni Boccaccio - Comedia delle ninfe fiorentine
[XLIV]
Le divine parole appena aveano fine che le ninfe, in
piè dirizzate, corsero inverso Ameto; il quale sì stupefat-
to stava a rimirare Venere che preso dalla sua Lia non si
sentì, infino a tanto che, di dosso gittatili i panni selvag-
gi, nella chiara fonte il tuffò, nella quale tutto si sentì la-
vare. E essa, da lui cacciata ciascuna ordura, puro il
rendé a Fiammetta, la quale nel luogo il ripose donde
era stato levato, davanti la dea; là dove Mopsa con veste
in piega raccolta, gli occhi asciugandoli, da quelli levò
l oscura caligine che Venere gli toglieva. Ma Emilia, lieta
e con mano pietosa, sollecita, a quella parte dove la san-
ta dea teneva la vista sua, il suo sguardo dirizzò di pre-
[ Pobierz całość w formacie PDF ]
Archiwum
- Indeks
- Giovanni Faldella Le 'Figurine'
- Iain Banks Against a Dark Background
- Animorphs 07 The Stranger
- Cabot Meg Pamić™tnik ksi晜źniczki 05 Ksi晜źniczka na róśźowo
- Charlie Richards Rehabilitating His Dingo (Wolves of Stone R
- Fromm Erich Ucieczka od wolnosci
- Jerzy Stefan StawiśÂ„ski PuśÂ‚kownik Kwiatkowski albo dziura w suficie
- mariusz GaśÂ‚ek Marzenia Sandry K
- Aldiss Brian Wilson Mroczne lata śÂ›wietlne
- Cartland Barbara MiśÂ‚ośÂ›ć‡ jest grć…
- zanotowane.pl
- doc.pisz.pl
- pdf.pisz.pl
- qiubon.opx.pl